Mercoledì 22 ottobre 2025 abbiamo celebrato un traguardo davvero speciale: l’80° anniversario del nostro ginnasio. Per festeggiare questa ricorrenza, abbiamo scelto un modo semplice, ma significativo: un incontro tra studenti e docenti di ieri e di oggi, un dialogo tra generazioni unite dallo stesso spirito e dallo stesso amore per la conoscenza. Durante l’evento, tre nostri ex studenti — Andrea Bartole, Anna Maria Bolčič e Gregor Leiler — hanno condiviso con il pubblico il loro percorso umano e professionale. Con grande disponibilità e sincerità hanno risposto alle domande poste dagli studenti attuali, offrendo parole di incoraggiamento, fiducia e curiosità verso il futuro. Le loro esperienze sono diventate una testimonianza concreta di quanto una scuola possa lasciare un segno nella vita di chi la frequenta.
È stato un momento intenso di riflessione sui valori che fondano la nostra istituzione: l’importanza della conoscenza e della cultura, del dialogo, della crescita personale e del sostegno reciproco. È stata anche un’occasione per rivedere volti familiari, ritrovare ex alunni ed ex docenti, riallacciare legami e condividere ricordi preziosi in un’atmosfera di affetto e appartenenza.
La nostra scuola fu fondata come Liceo scientifico nell’autunno del 1945, in un’epoca lontana e difficile. Nacque come simbolo di speranza per i giovani che uscivano da una lunga guerra: rappresentava la possibilità di istruirsi, di elevarsi spiritualmente e socialmente, di costruirsi una vita diversa da quella dei propri genitori. Per la prima volta si poteva frequentare una scuola superiore a Pirano — una scuola vicina, accessibile a tutti, non più riservata ai pochi privilegiati.
L’istituto iniziò la propria attività in condizioni precarie, in cui docenti e studenti dovevano ingegnarsi a superare ostacoli di ogni genere e sostenersi a vicenda. Era una scuola nuova, “senza passato, ma solo con un futuro cui aspirare”, come la definiva il professor Paolo Sema, primo preside e vera anima dell’istituzione nei suoi anni iniziali. Egli impostò un metodo d’insegnamento innovativo e ambizioso. Già nel lontano 1947 scriveva: “I numerosi perché dell’irrequieta ed affamata scolaresca devono preoccupare e interessare l’insegnante. Ogni qualvolta se ne presenti l’occasione, l’insegnante ha l’obbligo d’iniziare una conversazione con gli scolari e di aiutarli a esporre i loro punti di vista.” Da allora, presidi e docenti che si sono succeduti hanno continuato a operare nello stesso spirito, difendendo con determinazione il diritto a un’istruzione di qualità in lingua italiana. Le vicende del dopoguerra hanno messo a dura prova la nostra istituzione, ma essa ha resistito e ha continuato a operare ininterrottamente dalla fondazione a oggi.
Noi raccogliamo un’eredità importante, e ne siamo pienamente consapevoli.
I principi che hanno guidato la scuola fin dagli inizi — l’onestà, l’amore per la cultura e la conoscenza, lo sviluppo dello spirito critico e del dialogo — sono ancora vivi e continuano a guidare il nostro lavoro quotidiano.
Siamo rimasti una scuola particolare, piccola, una vera comunità in cui il confronto e la condivisione sono possibili come in poche altre. Una scuola spesso innovativa e originale, dove i docenti hanno saputo sperimentare nuove vie, offrendo agli studenti stimoli, prospettive e opportunità preziose. Anche una scuola piccola e “diversa” come la nostra può dare molto — anzi, forse di più — rispetto alle scuole “grandi”: può offrire attenzione e cura, accogliere e sostenere chi arriva da lontano o chi ancora non sa quale strada scegliere. Può ispirare, incoraggiare e accompagnare i giovani verso il loro futuro.
Oggi il compito della scuola è forse ancora più arduo: è difficile convincere i ragazzi del valore della conoscenza e della cultura, difficile insegnare a distinguere il vero dal falso, difficile mantenere viva la fiducia nella giustizia e nella speranza. Eppure, quando osservo i nostri studenti crescere e maturare giorno dopo giorno, ritrovo in loro il senso e il valore del nostro lavoro. So che possiamo avere fiducia in loro, e che il futuro, nelle loro mani, può essere luminoso.























